BANCHE-IMPRESE, UN DIALOGO DIFFICILE MA POSSIBILE (GdBrescia) luglio 2012

Convegno di BancaFinanza

Mattinzoli: « Le banche erogano il credito basandosi ancora su vecchi metodi di analisi e non sulla valutazione di progetti strategici,».

Imprese e banche – salvo Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia, ha partecipato al convegno di BancaFinanza: « Le banche erogano il credito basandosi ancora su vecchi metodi di analisi e non sulla valutazione di progetti strategici, hanno i loro software legati alla old economy». rari esempi di cui si è data notizia proprio in questi giorni -sembrano fatte per non capirsi. Ma le popolari e le Bcc sembrano «comportarsi meglio».

Secondo alcuni imprenditori, che hanno partecipato a Brescia alla tavola rotonda organizzata dal mensile Banca Finanza, chi decide sulla concessione dei prestiti sta troppo al computer e visita poco le aziende. Nel corso dell’incontro, Francesco Gabrielli, direttore di Artfidi, il confidi al servizio alle tre associazioni di categoria lombarde, ha spiegato che «nel 2011 Artfidi ha sostenuto a Brescia 1.589 richieste di finanziamento per 112,8 milioni erogati di questi il 44% viene dal Banco di Brescia e da altre realtà del gruppo Ubi, il 18,79% dalle Bcc». Secondo Gabrielli, è consolante che solo il 6,61% delle istanze presentate in banca venga rifiutato, mentre il 15% è escluso dallo stesso confidi: quindi otto imprenditori su dieci che si rivolgono ad Artfidi concludono positivamente il loro percorso.

Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione artigiani di Brescia, ha enfatizzato i limiti del sistema bancario. A differenza di Artfidi, che è in grado di fare un’analisi perfetta delle aziende riuscendo a selezionare i progetti migliori, secondo Mattinzoli le banche erogano il credito basandosi ancora su vecchi metodi di analisi e non sulla valutazione di progetti strategici: «Hanno i loro software legati alla old economy».

Di parere opposto Stefano Vittorio Kuhn, direttore della Banca di Valle Camonica (gruppo Ubi), che riconosce che alcune critiche sono adeguate ma precisa che «stiamo lavorando per avere esperti nei settori in cui operano le nostre imprese clienti. Ma non è vero – ha detto Kuhn – che la banca non conosce l’area in cui è radicata e gli imprenditori che vi lavorano: su sei direzioni territoriali di Ubi, tre sono nel Bresciano, e hanno la loro fetta importante di potere e di autonomia nel rapportarsi con le imprese». Resta aperta la questione del rating sulla cui base si decide l’assegnazione del fido. «Il rating – ha spiegato Kuhn- si forma anche sulla qualità di un’impresa e viene scritto dopo lo scambio di informazioni con gli imprenditori.

La banca, prima di prestare le proprie risorse, vuole capire come va il settore nel quale opera l’impresa e qual è il piano di sviluppo dell’azienda. In poche parole: se chi ha preso i denari, saprà anche restituirli; il direttore di filiale che dice sempre di sì agli imprenditori,non sempre è il migliore. Dobbiamo essere selettivi – ha concluso il direttore di Banca Valle – e accompagnare chi lo merita, non le imprese decotte che stanno sul mercato solo perché non pagano i fornitori».

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