PIU’ PARTITI, PIU’ CONFUSIONE!

Non passa giorno senza che qualche “nuovo” schieramento politico si presenti all’attenzione degli elettori con nuovi simboli nuovi slogan e ovviamente rinnovate promesse.

Non passa giorno, purtroppo, che decine di piccole aziende in difficoltà chiudano, senza titoli sui giornali e senza alcun clamore se non quello del silenzioso grido di dolore delle famiglie degli imprenditori e dei loro dipendenti.

Per rilanciare l’economia italiana sono tanti i provvedimenti che la politica avrebbe dovuto attuare, uno però parrebbe essere inattuabile: la semplificazione. Come possiamo pensare di rendere meno complicata la vita delle imprese, se chi annuncia le future riforme, non riesce a semplificare se stesso? Sacrificio, determinazione, capacità ed ottimismo sono le caratteristiche degli imprenditori italiani che hanno contribuito a fare grande il nostro Paese.

Con quale spirito e con quale fiducia milioni di artigiani commercianti agricoltori e industriali possono guardare al futuro? Rilanciare l’economia significa, anche, per chi ancora non lo avesse capito, garantire alle imprese italiane le stese condizioni di servizi e carico burocratico che nei loro rispettivi paesi incontrano i nostri concorrenti.

Accompagnare lo sviluppo significa garantire alle nostre imprese che tempi e modalità di accesso ad autorizzazioni e concessioni, siano perlomeno uguali al resto dei paesi industrializzati.

Le imprese italiane non chiedono solo una tassazione più equa e sopportabile, ma quantomeno, che l’equazione imposte pagate e servizi ricevuti sia, se non dal punto di vista matematico, almeno da quello della decenza, meno squilibrato, con la consapevolezza che ogni Euro sottratto alle imprese e malamente sperperato, significa minori investimenti produttivi, minor occupazione e quindi minor ricchezza per tutto il Paese.

Se i presupposti di un’economia che si sviluppa, quindi, sono la chiarezza, la certezza, la coerenza dei comportamenti e uno Stato che gioca la stessa partita di aziende e lavoratori è del tutto evidente che la confusione, l’incertezza, l’incoerenza e le divisioni politiche preannunciano ulteriore ingovernabilità all’indomani delle elezioni.

Se il tema di maggior interesse dei partiti è la modalità o meglio la tattica, attraverso la quale essere determinanti nella conta del Senato, piuttosto che spiegare come e con quali numeri si intendono affrontare i problemi dell’Italia, risulta difficile programmare investimenti e nuove assunzioni.

Enrico Mattinzoli (26.01.2013)

 

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