Sebbene il conflitto di interessi, la riduzione del numero dei Parlamentari, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, siano questioni fondamentali per rinnovare la politica, la vera priorità del Paese (se ancora non lo si fosse capito), è quella di come impedire che centinaia di imprese ogni giorno continuino a chiudere
Consultazioni, tatticismi, mezze dichiarazioni, ritorno alle urne, questo oramai il resoconto che la politica nazionale ci ha abituati a dover digerire quotidianamente.
E sebbene il conflitto di interessi, la riduzione del numero dei Parlamentari, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, siano questioni fondamentali per rinnovare la politica, la vera priorità del Paese (se ancora non lo si fosse capito), è quella di come impedire che centinaia di imprese ogni giorno continuino a chiudere.
La Regione Lombardia, attraverso la scelta fatta dai Lombardi, ha decretato, attraverso un sistema elettorale chiaro, chi dovrà governare la Regione per i prossimi cinque anni.
Ecco quindi, che da subito (questo è quello che ci aspettiamo dal Presidente Maroni), dovranno essere attuate iniziative che, anche attraverso il rafforzamento dei Confidi, incentivino oltre agli investimenti nel manifatturiero, l’innovazione, la ricerca e l’export.
Interventi che siano in grado di favorire il processo di nuova occupazione e competitività delle imprese con un regime fiscale e contributivo adeguato alla gravità del momento.
Politiche che all’interno della Pubblica Amministrazione oltre ai costi standard, definiscano e rendano operativi i “tempi standard” affinché le imprese, anche quelle europee, possano avere certezze e investire in una Regione che sia in grado di attrarre gli investimenti, anche per la sua efficienza amministrativa.
Far ripartire la produzione significa, di conseguenza, poter far fronte a politiche sociali adeguate, a riforme e investimenti infrastrutturali, con la consapevolezza che senza impresa non c’è ricchezza e quindi futuro.
Enrico Mattinzoli (09.03.2013)